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pip pensione

I dati sulla natalità in Italia parlano chiaro: il 2022 è stato il primo anno sotto quota 400 mila nuovi nati nella storia di questa nazione. 

Il problema demografico e della difficoltà che riguarda le coppie italiane a formare nuove famiglie è preoccupante. 

Soprattutto se correlato al sistema pensionistico corrente secondo il quale i contributi versati oggi vanno a coprire le pensioni di chi, oggi, ha cessato l’attività lavorativa. 

Ecco perché assume sempre maggior importanza ragionare in merito a piani pensionistici integrativi da stipulare in forma privata. Tra questi, per andare a integrare una pensione, c’è sicuramente il PIP. 

Cos’è il PIP (Piano individuale pensionistico)

Il PIP (Piano individuale pensionistico di tipo assicurativo) è uno strumento di previdenza complementare privata, istituita dalle agenzie assicurative, che va ad integrazione della pensione. È una delle soluzioni (assieme ai fondi pensione aperti e ai fondi pensione chiusi) alternative o integrative al tradizionale sistema previdenziale pubblico. Il PIP permette, in buona sostanza, di accumulare risparmi in modo autonomo e personalizzato.

Qual è la differenza tra PIP e Fondo pensione? Facciamo chiarezza.

Fondo pensione e PIP hanno sostanzialmente la stessa funzione, ovvero di previdenza “integrativa”, e lo stesso beneficio fiscale, ovvero la deduzione dei contributi versati fino a 5164,57€.

Le differenze principali tra PIP e fondo pensione sono queste:il PIP è un piano individuale pensionistico assicurativo legato alle gestioni separate, mentre il fondo pensione aperto permette di accantonare i contributi volontari anche sulle componenti azionarie/obbligazionarie per bilanciare i contributi auspicando ad un maggior rendimento ma con un profilo di rischio più alto.

C’è inoltre una differenza sul modo di aderire a FPA e PIP: l’adesione ai Fondi Pensione Aperti è sia individuale che collettiva (solo per i lavoratori dipendenti del settore privato), mentre l’adesione ai PIP è solo individuale.

Quanto rende un PIP? È la scelta migliore per una pensione?

I PIP sono legati a una gestione separata delle compagnie, ovvero un patrimonio separato da ogni altro patrimonio della compagnia: quindi, qualsiasi cosa succeda, nessuno potrà toccare i capitali delle Gestioni Separate. In altre parole, il denaro che le costituisce può essere incassato solo dai Clienti che vi hanno investito.

Oltre al beneficio fiscale (contributi dedotti annualmente dal reddito dichiarato ai fini IRPEF, entro il tetto massimo di 5164,72€) la compagnia eroga sul PIP un rendimento annuo composto consolidato su quello che l’assicurato va ad accantonare, che viene ricapitalizzato di anno in anno (ricapitalizzazione composta). Il PIP può essere dunque una valida alternativa al tradizionale sistema previdenziale pubblico. 

Ovviamente non esiste una risposta categorica e definitiva alla domanda “qual è la scelta migliore per una pensione”, ma dipende dalle necessità del diretto interessato. Il nostro suggerimento è di contattarci per ricevere un’analisi previdenziale personalizzata, compilando il form in fondo alla pagina. 

Come funziona il PIP?

Questo è uno strumento di accumulo (regolamentato dal decreto legislativo 253/2005 che garantisce una rendita vitalizia al raggiungimento dell’età pensionabile, quindi un conto individuale in cui si possono accumulare risparmi a lungo termine.

Può aderirvi chiunque decida di integrare la propria pensione. 

Funziona tramite contributi volontari: il soggetto che stipula il piano decide volontariamente quanto e quando versare sul fondo.

Le somme versate sono deducibili fino a 5164,57€. 

Uno dei vantaggi del PIP è quello di offrire una buona flessibilità al contraente. Infatti, questo strumento prevede la possibilità di godere di quanto accumulato prima dell’età pensionabile prevista dalla normativa vigente. Esistono alcuni casi inoltre in cui è possibile chiedere delle anticipazioni dall’investimento pensionistico in anticipo:

 

  • Dopo 8 anni di investimento si può richiedere l’anticipo del 75% in caso di necessità di acquisto o ristrutturazione della prima casa;
  • Nel caso di gravi situazioni di salute proprie o dei famigliari è possibile ritirare fino al 75% di quanto maturato.
  • Sempre dopo 8 anni si può richiedere l’anticipo del 30 % per qualsiasi motivo

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