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Nuovo decreto per Coronavirus

Ci sono questioni secondarie legate al rischio di contagio del Coronavirus. La salute è al primo posto e nessuno lo mette in dubbio tanto che la maggior parte degli italiani sta seguendo con dedizione le indicazioni del più recente decreto per il Coronavirus. I danni economici che subiremo, però, preoccupano non poco molti concittadini. Non solo le partita Iva, restate a casa e quindi senza lavoro, ma anche gli imprenditori che perdono ogni giorno soldi per mantenere vivi i posti di lavoro e gli stipendi e i commercianti, che dovranno rinunciare ai guadagni di diversi mesi.

Lo Stato questo lo sa e sta pensando a come aiutare tutti anche da un punto di vista finanziario. Ecco quello che sta per uscire.

La bozza del decreto Coronavirus con le misure economiche

Nella bozza del decreto Coronavirus su cui si dibatte in queste ore al Mef, al capo I, sono contenute le “Disposizioni in materia di lavoro”. Cosa dicono? Da quel che trapela, il primo punto riguarda la Cassa integrazione in deroga:

per l’intero territorio nazionale, per tutti i settori produttivi.

Il punto è focale e non ancora stabilito nei suoi contorni più precisi. Si sta, infatti, ancora valutando se privilegiare, nella suddivisione tra regioni, quelle più colpite nei numeri. In queste disposizioni sono inclusi anche:

soci di cooperative e dipendenti di fondazioni nel settore dei pubblici servizi.

Si tratterà di una manovra di circa 25 miliardi.

La revisione del Fondo Integrazione Salariale in deroga

Questo prossimo decreto Coronavirus sull’economia nazionale non si fermerà qua. Per tutte le aziende da 5 a 50 dipendenti si sta studiando una deroga di assegno ordinario tra i 5 e 15 dipendenti e deroga al limite di tiraggio. Su questo la spesa prevista in quella che è ancora una bozza di lavoro equivale a 500 milioni di euro.

Aiuti alle famiglie

Questo decreto Coronavirus non metterà da parte neanche le famiglie, da sempre valore di questa nazione. Si diche che, per i genitori lavoratori che devono affrontare la sospensione del servizio scolastico, il governo deve ancora scegliere tra due opzioni che costano tra i 650 e gli 800 milioni:

  • la prima è il congedo parentale per 12 giorni (30% di trattamento retributivo per redditi medio- alti; 80 o 100% per redditi bassi);
  • la seconda sono voucher da 600 euro.

Nella bozza c’è anche una parte:

per i lavoratori autonomi senza dipendenti o per i datori di lavoro degli stessi settori ATECO per cui vale la sospensione di ritenute e contributi dovuti dal datore di lavoro.

Si tratta della “sospensione della rata di maggio dei contributi previdenziali”.

Per i lavoratori non coperti da CIG in deroga, in particolare stagionali dei settori del turismo e pesca nonché dello spettacolo” nel prossimo decreto Coronavirus c’è un allargamento del sussidio di disoccupazione per un costo di 400 milioni di euro.

Il fisco

Il ragionamento del decreto Coronavirus si staglia su un bivio:

  • o limitare gli sgravi e i differimenti a settori o filiere in tutto il territorio nazionale, senza distinzione di zone (turismo, terme, fiere, ristorazione ecc.):
  • oppure tentare di utilizzare, dove possibile, un criterio oggettivo come il calo del fatturato su tutto il territorio nazionale.

Le ricette sono ancora in attesa di quantificazione e vanno dalla sospensione dei versamenti delle ritenute fiscali, o dei contributi previdenziali, allo sconto alla ripresa dei versamenti fino alla sospensione dei termini per le notifiche di atti Ade e Ader.

In fase di valutazione c’è anche:

  • la sospensione delle rate di rottamazione e saldo&stralcio;
  • la sospensione dei termini degli adempimenti fiscali;
  • la compensazione F24 con crediti PA (che però in questo momento sembra impossibile per ragioni di cassa);
  • il potenziamento del credito di imposta per le fiere.

Il futuro è incerto come incerta è la situazione della salute nazionale. Quello che non deve preoccupare i nostri clienti è che lo Stato troverà il modo di farci uscire indenni anche dal lato del portafogli.

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