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cyberbullismo col Coronavirus

L’attitudine degli italiani alla tecnologia non è mai stato molto positivo ma si fa di necessità virtù e questo periodo storico ha forzatamente cambiato le carte in tavola. Ora che trascorriamo tutti più tempo a casa, stiamo anche più tempo in rete e questo ha delle conseguenze. Una delle più rischiose è legata alla sicurezza dei figli che, come genitori, è una priorità assoluta. Entrando nel vivo della questione, il cyberbullismo col Coronavirus è un fenomeno forte che va conosciuto e contrastato. Ecco qualche informazione preziosa in merito.

Che cos’è il cyberbullismo

Per capire cyberbullismo col Coronavirus è bene partire dal concetto stesso del problema. Si tratta di:

una forma di bullismo condotto attraverso strumenti telematici, vale a dire tramite Internet.

Il termine “cyberbulling” è stato coniato dal docente canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono tra:

  • cyberbulling per sé (ciberbullismo), che avviene tra minorenni;
  • cyberharassment (cibermolestia), che avviene tra adulti o tra un adulto ed un minorenne.

Se il bullismo si manifesta nella vera realtà, il ciber avviene tra le mura di casa… dove un ragazzo dovrebbe stare al sicuro! Le sue “azioni” possono provocare sia danni fisici, specialmente col bullismo, sia danni morali.

In conclusione, le differenze tra bullismo e cyberbullismo sono le seguenti:

  • i bulli in generale sono compagni di classe o frequentanti il medesimo istituto della vittima mentre i cyberbulli sono ragazzi o adulti che possono porre in essere le loro condotte lesive in ogni parte del mondo. Da ciò si può evincere che con il bullismo i bulli sono “di fronte alla vittima” mentre col cyberbullismo la vittima non sa chi può essere il cyberbullo che agisce in piena libertà;
  • il fenomeno del bullismo spesso si manifesta in ambito scolastico mentre le condotte riconducibili al cyberbullismo vengono poste in essere tramite la rete ed un esempio che si può fare è la minaccia di diffondere tramite la rete le foto intime della vittima.

Le tipologie di cyberbullismo col Coronavirus

Ora che siamo a casa (lockdown o semplici restrizioni) è bene conoscer le principali tipologie del fenomeno che sono queste:

  • flaming: con tale termine si indicano i messaggi offensivi e/o volgari inviati spesso su forum e siti di discussione;
  • harassment (molestie): che consiste nell’ invio in maniera ossessiva e ripetuta di messaggi contenenti insulti;
  • put-downs (denigrazione): che si concreta nell’ invio di messaggi tramite sms, mail e post, a più destinatari con il fine di danneggiare la reputazione della vittima;
  • masquerade (sostituzione di persona): che vuol dire rubare l’identità della vittima con l’obiettivo di pubblicare a suo nome contenuti volgari;
  • exposure (rivelazioni): che significa rendere pubbliche le informazioni private della vittima;
  • trickery (inganno) : che si concreta nel conquistare la fiducia di una persona per carpire informazioni private e/o imbarazzanti con la finalità di renderle pubbliche;
  • exclusion (esclusione): che vuol dire escludere una persona da un gruppo online per ferirla;
  • cyberstalking: è caratterizzato da molestie, denigrazioni, persecuzioni e minacce ripetute per impaurire la vittima;
  • happy slapping: che si concreta nel molestare fisicamente con lo scopo di riprendere l’aggressione e pubblicare il video sul web.

L’emergenza sociale

Il problema di fondo del cyberbullismo col Coronavirus è che molti ragazzi sono sotto DAD – didattica a distanza. Scollegarsi dalla rete è quindi impossibile e la palla passa alle scuole. Ogni istituto dovrebbe avere l’obiettivo di ragionare con gli studenti su questa piaga per garantire un ambiente più sereno di studio anche tramite la rete. Non solo, è necessario creare un supporto sia per le vittime sia per i carnefici che, evidentemente, hanno problemi da risolvere. In tal senso può aiutare molto la nostra Globale Casa.

La tutela legale sul cyberbullismo

Tra le coperture che sono incluse nella nostra assicurazione per la casa, infatti, ce n’è una che riguarda il cyberbullismo. Il capo famiglia gode della tutela legale necessaria per seguire un figlio minorenne eventualmente accusato di atti di bullismo cibernetico.

Non è questa la sede per trarre giudizi morali sull’operato di qualcuno. Si può sbagliare per tante ragioni o, addirittura, si può essere accusati ingiustamente. Resta solo il fatto che, in un momento così triste e difficile, tu non combatterai questa guerra per tuo figlio senza gli strumenti giusti. La vita può essere davvero imprevedibile ma fatti come la risa tra ragazzi di Villa Borghese ci devono imporre l’obbligo di cercare di prevederla quanto più possibile. Alcuni problemi esistono e il miglior modo per difendersene è iniziare a riconoscerlo.

Vieni a scoprirne di più nella sede di Roma in via Timavo 3. Un nostro consulente sarà lieto di spiegarti tutto senza impegno. Oppure compila il modulo sottostante e sarai ricontattato quanto prima dal nostro staff.

 

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