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Burnout da rientro al lavoro

Le ferie sono finite per la maggior parte dei lavoratori e l’estate è alle spalle. Il bicchiere va visto mezzo pieno considerando che, tra marzo ed aprile scorso, sembrava impensabile potersi godere una vacanza al mare o in montagna e invece in molti se la sono concessa. Eppure gli esperti di Psicologia del Lavoro sottolineano un tema che sempre più sta diventando attuale e che non può essere ignorato dai datori di lavoro: il Burnout da rientro al lavoro. Vediamo di cosa si tratta, quanto incide sul fatturato di un’azienda e come si può curare.

Cos’è la sindrome da Burnout

Prima di entrare nello specifico del Burnout da rientro al lavoro è bene capire in cosa consiste la sindrome in generale e quali siano i sintomi. Partiamo dal fatto incontrovertibile che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha incluso la cosiddetta “sindrome da Burnout” nella versione aggiornata dell’undicesima International Classification of Diseases, che entrerà in vigore a partire da gennaio 2022, dettagliando caratteristiche e criteri per la diagnosi.

Secondo questo documento:

Pur non essendo una vera e propria malattia, lo stress da lavoro (o da assenza di lavoro) deve essere considerato come una sindrome o, più in dettaglio, come uno dei fattori che influenzano lo stato di salute di un individuo. E che, pur non essendo classificabile come condizione medica, può essere diagnosticato e richiedere il ricorso ai servizi sanitari.

La definizione del termine burnout può essere racchiusa nella traduzione “esaurimento” e si riferisce ad una condizione di stress e disagio psicofisico individuata la prima volta dallo psicologo Herbert Freudenberger nel 1974. In quegli anni veniva associata principalmente ad operatori del settore sociosanitario e sanitario o, più in generale, lavoratori a costante contatto con persone in difficoltà tipo:

  • medici;
  • psicologi;
  • assistenti sociali;
  • infermieri;
  • educatori;
  • membri delle forze dell’ordine;

Per queste categorie il burnout consisteva in:

una difficoltà, da parte degli operatori, nel mantenere il necessario distacco emotivo e nella tendenza a percepire come proprio il disagio vissuto dai loro assistiti.

Il Burnout moderno

In questi anni recenti si è capito che questa sindrome può toccare tutte le categorie di lavoratori, assumendo più in generale:

la connotazione di stress da lavoro, legata di solito a un carico professionale eccessivo, a condizioni di lavoro frustranti, alienanti o troppo stressanti, a un mancato riconoscimento (morale o economico) o un’assenza di equità nell’ambiente lavorativo. A un ambiente di lavoro gestito in modo sbagliato.

I sintomi del Burnout

Come riconoscerne i sintomi? Chi ne è affetto finisce progressivamente col perdere interesse ed entusiasmo nei confronti del proprio lavoro o addirittura con l’evitare, consciamente o meno, l’ambiente lavorativo, rifugiandosi nell’assenteismo. Dal punto di vista fisico, può associarsi ai seguenti sintomi:

  • insonnia;
  • deperimento;
  • depressione;
  • abuso di alcol o psicofarmaci;
  • in casi estremi, manifestazione di tendenze suicide.

Il Burnout da rientro al lavoro

Se lavorare stressa, tornare a farlo dopo un (piacevole) periodo di relax stressa ancora di più. Ricominciare a lavorare dopo le ferie estive è psicologicamente difficile per molti. In Italia, infatti, si tratta, in media, delle vacanze più lunghe dell’anno e di un periodo in cui ci si gode il bel tempo e il mare del nostro paese. Un mix esplosivo che può danneggiare l’equilibrio del lavoratore quando si perde tutta questa “bellezza” per tornare in ufficio,

L’azienda ha tutto l’interesse a monitare eventuali casi di Burnout da rientro al lavoro  tenendo i riflettori accesi sui dipendenti per sapere per tempo qualora si manifestino i seguenti sintomi:

  • spossamento;
  • disinteresse verso il lavoro;
  • diminuzione dell’efficacia professionale.

Come curare il Burnout da rientro al lavoro

Non c’è alcuna indicazione scientifica su come curare la sindrome da Burnout. Il problema, però, è che incide fortemente sulla gestione della produttività del singolo e, di conseguenza, sul fatturato dell’azienda intera. Non resta che avvalersi di valido supporto psicologico per i dipendenti o di consigliare a loro di farsi affiancare da esperti, qualora si sentano smarriti nei giorni successivi alla fine delle ferie.

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